Convivere con chi soffre psicologicamente non è facile. Comporta un forte investimento personale e un riequilibrio familiare. Necessitano ingredienti specifici: innanzitutto una considerevole forza interiore personale; indispensabile è anche l’empatia verso l’altro; la comprensione di quello che può star vivendo; la pazienza verso ciò che può provare; la tolleranza per quei comportamenti bizzarri; l’attenzione circa eventuali cambiamenti, eventuali richieste o eventuali bisogni dichiarati o non; la predisposizione all’ascolto; il cercare di essere rassicuranti e non critici; insomma una significativa responsabilità.
Non riconoscere chi amiamo ci lacera, scaturendo in noi anche una certa onnipotenza, ma voler essere troppo d’aiuto allo stesso tempo può far sentirci non all’altezza. Questo potrebbe portare ad un maggiore controllo dell’altro o della situazione oppure a reazioni di rabbia verso il soggetto vulnerabile, per cercare non tanto di scuoterlo quanto di placare quei nostri sensi di colpa alimentati da questa sua situazione.
È difficile ma per alleviare quel dolore i famigliari dovrebbero tenere presente che chi custodisce in sé una qualche sofferenza psichica già lotta quotidianamente interiormente. Sarebbero dunque da evitare ulteriori battaglie esterne. Non dobbiamo dimenticarci che dietro un qualsiasi disturbo o problema psicologico c’è una ferita dell’anima.
La presenza in famiglia di un membro che esplicita un malessere psichico comporta per l’intera famiglia un enorme carico psico-sociale, comportante un forte accumulo di stress psico-fisico. Non è semplice accudire chi non se la passa bene, ciò può portare sia disagio personale che un clima familiare teso.
Per poter alleviare l’altrui sofferenza è importante prenderci cura in primis di noi stessi. Un sostegno psicologico psicoterapeutico può essere efficace anche per i famigliari con l’intento di diminuire loro lo stress, migliorarne l’umore e facilitarli nella gestione della sindrome, stimolando oltre all’intelligenza pratico-razionale quella che è l’intelligenza emotiva. Il rapportarci con chi custodisce un dolore può portarci ad una nuova versione di noi stessi, riscoprendoci efficienti, resilienti, in grado di stare maggiormente nel presente e incredibilmente abili nel parlare con il cuore.
Bisogna creare un equilibrio tra noi e l’altro: dando la giusta importanza al nostro benessere di conseguenza ne beneficerà anche chi ci circonda. Più noi saremo tranquilli con noi stessi maggiore sollievo saremo in grado di trasmettere.
Dott.ssa Claudia Florea – Psicologa Psicoterapeuta Viterbo e Online
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