E’ il 21 Febbraio 2020 quando i Tg nazionali lanciano la notizia di quella che diventerà presto essere una parola a noi non più estranea, una parola che viene da lontano, una parola che mette paura: Coronavirus. Un nuovo virus, un nuovo nemico dal quale non si sa subito bene come difenderci se non attraverso il lanciare un’emergenza sanitaria nazionale, che presto si trasformerà in pandemia globale. Ci viene chiesto di stravolgere le nostre vite e le nostre abitudini, di fermare il tempo, di proteggerci, di rinchiuderci il più possibile in zone comfort. Inizia cosi presto un periodo di quarantena nazionale. I periodi di quarantena costringono ad interrompere le rassicuranti abitudini quotidiane creando a volte uno stato temporaneo di disorientamento. Cosi oltre alla paura circa la malattia organica ci sentiamo addosso lo stress psico-fisico dovuto non solo dal virus in concreto ma anche dal contorno socio-sanitario che questo in brevissimo tempo ha creato intorno a tutti. Il periodo Covid-19 ci mette a tutti quanti a dura prova, ci testa, esamina la nostra forza e la nostra determinazione.
Recenti ricerche restituiscono una fotografia preoccupante circa le possibili conseguenze psicologiche dell’attuale emergenza sanitaria. Sono di diversa natura le reazioni più comuni che possono registrarsi in seguito ad una condizione traumatica come quella del coronavirus:
• Reazioni emotive: predominanza di specifiche emozioni (come shock, paura, rabbia, tristezza, colpa), crisi di pianto, confusione emozionale, umore altalenante.
• Reazioni cognitive: confusione, dissociazione, distorsione, preoccupazione, pensieri intrusivi, calo dell’attenzione.
• Reazioni comportamentali e fisiche: stanchezza, alterazione del sonno e dell’alimentazione, iperattivazione, lamentele somatiche, comportamento suicidario.
• Reazioni interpersonali: alienazioni e conflitti relazionali.
Alcuni accorgimenti per prevenire e contrastare lo stress correlato al periodo covid-19: la casa può essere vista come rifugio anziché come prigione; percepire il tempo come ritrovato anziché perso; scandire la giornata in fasi ed attività ma anche darle dignità; concentrarsi su cosa si può fare invece che su ciò che non si può fare; per liberarsi dal carico emozionale riconoscere le emozioni, invece che nasconderle; avere paura ma non troppa; selezionare le informazioni; applicare il minimalismo digitale; lavorare da casa; coltivare le relazioni sociali; aiutare il prossimo; dare importanza al riposo; non dimenticare l’attività fisica; fare programmi a breve scadenza; fissare obiettivi per il futuro; imparare nuove abitudini; fare ciò che si ama; distrarsi; tenere a mente che non esiste solo il coronavirus; riscoprire le proprie risorse; prendere in considerazione un supporto psicologico; non vergognarsi di chiedere un aiuto professionale, è importante prendersi cura di sé; amarsi; è importante prendersi cura della coppia, sia che si tratti di coppie conviventi che di coppie a distanza, sia stimolando il desiderio di coppia che rispettando gli spazi individuali; stare vicino ai bambini, non nascondendogli la verità ma spiegando loro questo periodo attraverso il gioco; spronare gli adolescenti non invadendo però la loro intimità; prendersi cura degli anziani, facendogli sentire la loro importanza e tenendoli attivi.
Piccole idee che possono dar vita ad altre idee personali. Già nell’antica Grecia esistevano due tempi: kronos e kairòs. Il primo è il tempo logico e sequenziale, è il trascorrere delle lancette. Il secondo è un tempo indeterminato, è il momento, è il nostro tempo. Se da una parte kronos si è fermato, dall’altra parte dipende da Noi svegliare kairòs.
Quello che pensiamo o sperimentiamo non dipende dal virus, dalla quarantena, dall’emergenza o dai provvedimenti. Dipende dall’incontro di tutte queste cose con la nostra personalità. L’emergenza Coronavirus ha attivato in tutti noi un senso di minaccia e incertezza portando preoccupazioni, ansie e una necessità di riorganizzazione della vita quotidiana, sia da un punto di vista pratico che emotivo.
La convivenza prolungata che molti si trovano oggi a vivere rappresenta da una parte un’occasione per dedicare più tempo e attenzione alle relazioni, sia nella coppia che coi figli, allo stesso tempo lo stress che viviamo può facilmente esprimersi in tensioni, discussioni, e a volte anche attraverso dei conflitti. L’hashtag #iorestoacasa è diventato prioritario in questo particolare periodo di emergenza sanitaria che stiamo attraversando. È stato chiesto ai cittadini di rimanere in casa per far fronte all’emergenza, ma le mura domestiche non rappresentano per tutti un luogo sicuro. Così, le vittime di abusi, in questo momento rischiano due volte: il contagio e la violenza maschile. La convivenza forzata di questo periodo può essere pericolosa sul fronte della violenza domestica. Il rapporto violento esisteva anche prima della quarantena coronavirus. Con la convivenza prolungata può però essersi accentuato. L’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica in questo periodo, possono comportare per le donne e i loro figli il rischio di una maggior esposizione alla violenza domestica e assistita. E’ bene tenere presente che le associazioni Anti-violenza sono sempre attive (indipendentemente dal coronavirus): il numero gratuito 1522 e l’app. YouPol.
Oltre alle difficoltà psico-pratiche legate al momento socio-sanitario si è potuto riscontrare un aumento dei disagi personali legati alla nostra psiche (non strettamente legati alla situazione covid-19). Questo in quanto le nostre energie al momento sono impegnate nel fronteggiare una situazione di stress imminente, andando cosi a tralasciare la custodia di quello scrigno che custodiva e custodisce il nostro vissuto interiore, che non essendo più sotto controllo diventa da noi percepibile. Inoltre, il tempo che si è quasi fermato ci ha dato l’opportunità di una maggiore riflessione.
Passata la prima fase del periodo covid-19, quella del picco, quella che si sussegue è la cosiddetta “fase 2 della quarantena”. Un passo importante che ci infonde speranza. Ma non solo. La nostra routine quotidiana sta andando incontro ad un ulteriore cambiamento. Da una parte si avranno meno limitazioni e meno regole, dall’altra parte però si avrà una maggiore responsabilità sulle proprie spalle. La nostra attenzione dovrà lavorare costantemente. SI dovrà essere prudenti, per il nostro bene, per il bene di tutti, per rispetto di quanto fatto fin’ora. Si dovrà essere in grado di valutare la realtà circostante e procedere con prudenza. Ecco che cosi veniamo invasi dalla preoccupazione; dalla voglia di rimanere nel proprio rifugio; dall’evitamento del contatto con il mondo esterno; dal timore di uscire; dall’insicurezza; dalla paura e dall’ansia verso il mondo esterno: la cosiddetta “sindrome della capanna o del prigioniero”. Nella fase 2 dobbiamo scendere in campo, non siamo più quelli dall’altra parte del palcoscenico, bensì dovremmo fare i conti con noi stessi. Importante per affrontare questa seconda fase dell’emergenza coronavirus è il coltivare la fiducia in se stessi. Non dobbiamo dimenticarci che non molto tempo fa ci siamo svegliati un giorno come tanti non sapendo che le nostre vite stavano per essere scombussolate, non dobbiamo dimenticarci dunque quanto forti siamo stati nell’accettare questa nuova sfida. I primi “mesi covid-19” sono stati la dimostrazione della forza che abbiamo in Noi e che la maggior parte di Noi non sapevamo di avere. Si sente spesso parlare delle conseguenze psicologiche del periodo Covid-19 riferendoci a molteplici disturbi psicologici, razionali, emotivi, personali, o relazionali. Ma non dobbiamo dimenticarci di un’ulteriore conseguenza psichica di questo periodo particolare: la riscoperta della forza che abbiamo, che abbiamo scoperto di avere, la riscoperta della propria resilienza, delle proprie risorse.
Un Percorso Psicoterapeutico, individuale, di coppia o familiare, può aiutare a ristabilire un proprio ordine interiore e un nuovo equilibrio familiare, dando voce al nostro vissuto emotivo, prendendo in mano le redini del nostro agire, del nostro fare, del nostro comportamento. Anche un’emergenza sanitaria è un’occasione. Questo tempo rallentato permette di sperimentare una maggiore consapevolezza. Ogni crisi è un cambiamento e ogni cambiamento è un’opportunità, un’opportunità di scelta, di decisione.
Dott.ssa Claudia Florea – Psicologa Psicoterapeuta Viterbo e Online
Cookie | Durata | Descrizione |
---|---|---|
cookielawinfo-checkbox-advertisement | 1 year | Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category . |
cookielawinfo-checkbox-analytics | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics". |
cookielawinfo-checkbox-functional | 11 months | The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional". |
cookielawinfo-checkbox-necessary | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary". |
cookielawinfo-checkbox-others | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other. |
cookielawinfo-checkbox-performance | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance". |
CookieLawInfoConsent | 1 year | Records the default button state of the corresponding category & the status of CCPA. It works only in coordination with the primary cookie. |
viewed_cookie_policy | 11 months | The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data. |