“Chiede una mano che stringa la sua, un cuore che si prenda cura di lui e una mente che pensi per lui quando lui non è in grado di farlo.” (Diana Friel)
Negli ultimi decenni la speranza di vita delle persone è aumentata considerevolmente. Si tratta senz’altro di un fattore positivo, ma comporta anche una serie di problemi di salute che un tempo non esistevano. Parliamo della demenza senile, una sindrome caratterizzata dal deterioramento delle funzioni cognitive. Con il termine di “demenza” si indica una sindrome, ossia un insieme di sintomi, che si manifesta con un deterioramento progressivo delle funzioni cognitive tali da compromettere le abituali attività della vita quotidiana. La demenza non costituisce una conseguenza dell’invecchiamento anche se è fortemente associata all’invecchiamento stesso; rappresenta invece una condizione patologica determinata da varie malattie del cervello. Utilizzato in passato come sinonimo di follia, oggi il termine demenza si riferisce esclusivamente all’invecchiamento delle cellule corticali.
Il morbo d’Alzheimer è il tipo di demenza senile a noi più noto, quello più diffuso, tanto odierno quanto in costante aumento. E’ una patologia progressiva e cronica che colpisce le funzioni cognitive, la sfera comportamentale ed emotiva e comporta una perdita progressiva di autonomia. E’ una sindrome che colpisce non solo la nostra mamma o il nostro nonno, ma è una condizione che coinvolge tutti a casa. Proprio per l’impatto che la demenza ha sul malato, sul familiare e sul sistema familiare stesso, viene anche definita una “malattia familiare”. Quando il morbo d’Alzheimer bussa alla nostra porta, bussa per avvisarci del suo arrivo, non di certo per chiederci il permesso, entra nelle nostre case in punta di piedi ma travolgendo le nostre vite. Dobbiamo dunque accoglierlo e imparare a conviverci, per questo come prima cosa è importante conoscerlo. La comprensione del problema aiuta l’elaborazione e la messa in atto di comportamenti e azioni utili ad affrontare in maniera adeguata la situazione.
Tra i sintomi caratteristici dell’Alzheimer troviamo dunque: difficoltà mnestiche, difficoltà di apprendimento e di ragionamento, alterazione del linguaggio, difficoltà motorie, difficoltà di riconoscimento, disturbi percettivi, difficoltà di pianificare e organizzare, disorientamento, stati confusionari, alterazione dell’alimentazione e del sonno, sbalzi d’umore, condotte aggressive, mutamenti della personalità, difficoltà di interazione sociale. Tutti sintomi con i quali dobbiamo familiarizzarci per gestirli. Oltre ad una stimolazione delle funzioni cognitive, comportamentali ed affettive è importante comprendere e contenere l’umore del paziente, nonché di tutto il nucleo famiglia: contrastare il più possibile lo stress favorisce di conseguenza un mantenimento più duraturo dell’autonomia del paziente ed un equilibrio familiare più stabile. E’ essenziale adattarsi ai bisogni della persona cara e connettersi con il suo stato mentale per trasmetterle fiducia e affetto.
La famiglia è il più importante sostegno per la persona affetta da demenza senile. Il prendersi cura del proprio caro è, nella maggior parte dei casi, un atto spontaneo fatto con il cuore, ma non per questo immune dallo stress che una patologia di questa portata può portare nella quotidianità. Chi assiste il malato racconta spesso di trovarsi di fronte a una persona cambiata e la modifica del comportamento nel paziente è la principale fonte di stress per i famigliari, rendendo difficile la gestione della vita quotidiana. Il prendersi cura di pazienti affetti da demenza può provocare un forte stress portando il caregiver ad avere problemi fisici, psicologici e sociali. E’ importante prendersi cura del benessere psico-fisico di tutta la famiglia, non solo del paziente. E’ soprattutto aiutando noi stessi che possiamo aiutare i nostri cari.
Perché lo Psicologo? Lo Psicologo può essere d’aiuto sia al Paziente che alla Famiglia.
Il focus di un percorso psicologico riguarda il migliorare le prestazioni cognitive (es: memoria, ragionamento, linguaggio, ecc.) in associazione alle prestazioni di vita quotidiana per mantenere l’indipendenza il più a lungo possibile, riducendo la depressione, l’ansia e i disturbi comportamentali.
Inoltre un sostegno psicologico può essere efficace anche per i famigliari con l’intento di diminuire loro lo stress, migliorarne l’umore e facilitare la gestione della sindrome.
Oltre faccende amministrative e pratiche il nostro caro ci chiede soprattutto del tempo. Tempo per parlare, per rilassarsi insieme, tempo per ridere e ricordare, tempo per ascoltare della buona musica, tempo per giocare, tempo per un abbraccio o una carezza. Ci sta’ dando l’occasione e l’opportunità per rallentare e fare delle pause dalla frenesia quotidiana, per rafforzare si la nostra efficienza e la nostra resilienza, ma anche per riscoprire il valore dell’emotività insegnandoci a parlarci con il cuore.
Dott.ssa Claudia Florea – Psicologa Psicoterapeuta Viterbo e Online (con esperienza triennale presso il centro Alzheimer della Asl di Viterbo; relatrice del seminario: le risorse che la demenza senile puo’ portare alla famiglia)
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