“L’afflizione che non trova sbocco nelle lacrime fa piangere altri organi”, dice Henry Maudsley. Stiamo parlando di Psicosomatica.
Sto parlando di quel mal di testa che abbiamo notato uscire fuori quando ci sentiamo “stanchi non solo fisicamente”, di quel bruciore allo stomaco che sentiamo accendersi maggiormente quando siamo arrabbiati, nervosi o tesi, di quei bocconi amari che ingoiamo insieme alle delusioni e alle angosce, di quella tachicardia o di quella sensazione di soffocamento che spesso ci impedisce di uscire allo scoperto, della dermatite che non passa nonostante le costosissime creme, della sudorazione di cui soffriamo anche quando fa freddo o quando non facciamo movimento, di quei dolori muscolari che si svegliano quando noi invece vorremmo dormire, dell’alimentazione incontrollata che ci fa avere paura del cibo, di quel fastidioso raffreddore che ci fa gocciolare il naso ogni volta che discutiamo con il partner, di quei fastidi legati all’apparato urogenitale che ostacolano la quotidianità e l’intimità, dell’enuresi di nostro figlio che quasi tutte le notti ci sveglia, di ogni dolore legato al nostro corpo al quale abbiamo cercato di dargli una medicina senza ottenere grandi risultati.
Sto parlando di tutti quegli strani sintomi organici dei quali non ci capacitiamo; possono essere svariati, più intensi o meno intensi, più frequenti o meno, abitudinari o a sorpresa, ma forse quello che vogliono è solamente essere accolti e ascoltati.
Il dolore non razionalizzato sfocia nel dolore psicosomatico. Il corpo diviene il contenitore del nostro dolore e del nostro vissuto emotivo.
I sintomi psicosomatici forniscono una risposta a situazioni di disagio psichico o di stress. Sono l’espressione di un vissuto sia intrapersonale che interpersonale, sia individuale che contestuale. Il paziente psicosomatico tenderebbe a proteggere oltre a se stesso anche il suo ambiente familiare.
La ricerca del significato del sintomo organico comporta la necessità di interpretare l’importante comunicazione inconscia contenuta nella manifestazione fisica, di interpretare quella che è forse la nostra parte più coraggiosa.
Ogni tanto forse potremmo concederci di fermarci per dar voce alle nostre emozioni, per ascoltare il nostro inconscio. All’inizio potrà sembrarci di non comprendere questa nuova lingua per noi, ma con il supporto di un Professionista potremmo tradurla.
Dott.ssa Claudia Florea – Psicologa Psicoterapeuta Viterbo e Online